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23 Giugno 2017

"Diario di bordo", in carcere di parla di Costituzioni e

Oltre 150 pagine per raccontare il dialogo tra persone (detenute) di diversa fede religiosa a confronto sulla Costituzione della Repubblica italiana e il suo confronto con le leggi fondamentali di Stati arabi.

Perché regole e dialogo sono meglio di integralismo e fanatismo? Perché il confronto multietnico è antidoto al proselitismo dell’integralismo terroristico religioso? In sintesi: perché il valore della Costituzione è la risposta al disordine mondiale di questo inizio millennio. Partendo da uno dei luoghi “più a rischio” come è il carcere, “Diario di bordo” prova a dare risposta a quesiti fondamentali per la coesione delle nostre comunità e racconta della navigazione complessa, ma intensa realizzata nel corso della “scuola in carcere”. Ovvero dell’attività educativa e di dialogo avvenuti in questi anni grazie all’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna, al Garante per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale dell’Emilia-Romagna e a numerosi docenti dell’Università di Bologna e del Centro per l’Istruzione per Adulti – CPIA Metropolitano di Bologna coordinati da Padre Ignazio, all’interno della Casa circondariale della Dozza, a Bologna. Il volume, autoprodotto dal Garante per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale e dall’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna, racconta di un viaggio tra le diverse culture, il loro rapporto con le “regole”, il come hanno scoperto e apprezzato il valore della nostra Costituzione. Di come da un’esperienza di per se negativa come la reclusione, possano invece trarre insegnamenti che sono anche vaccini contro l’eversione e la devianza integralista. Nelle oltre 150 pagine di “Diario di bordo” c’è un racconto i cui protagonisti sono gli educatori che hanno varcato le sbarre per parlare di diritti delle donne, di rispetto della persona umana, di distinzione tra peccato e reato, tra Stato e confessioni religiose. Si vedono i volti degli insegnanti che hanno dedicato ore a spiegare cosa sia la “giusta pena” e il reinserimento nella società. Poi ci sono loro, i detenuti che hanno partecipato ai percorsi di insegnamento promosso dal Garante e dall’Assemblea legislativa. Storie diverse, di donne e di uomini con tante domande e a cui gli operatori e i volontari cercano di dare risposte. “Questo volume è dedicato alla memoria di Pier Cesare Bori, docente dell’Università di Bologna di indubbia sensibilità che per primo promosse e realizzò tra detenuti di diversa confessione religiosa una serie di conversazioni per conoscersi e capirsi meglio”, spiega Simonetta Saliera, Presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, che ricorda come “due anni fa, con l’allora Garante per i detenuti Desi Bruno decidemmo che di quelle lezioni doveva rimanere traccia scritta: un modo per testimoniare le discussioni tra diversi mondi sui temi fondamentali della convivenza civile regolata dalle leggi emanate dalle rispettive istituzioni. Libero parlamento laico in Italia e legge della Sharia nei Paesi musulmani. “Diario di bordo” è il filo razionale tra la Costituzione italiana e quelle nate dalle Primavere arabe. E’ il modo per conoscersi e capirsi meglio”. Sulla stessa linea anche Marcello Marighelli, attuale Garante per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale dell’Emilia-Romagna, che ricorda come il lavoro nel carcere e il volume che ne è emerso vogliono provare a dare la risposta a una domanda molto complessa: “Come vivere – scrive Marighelli nell’introduzione – in una società di diversi? Diverse posizioni, diverse esigenze anche legittime, ma in conflitto. Una navigazione non facile in cui però ‘l’universalità dei diritti’, il comune sentire del lavoro, il ‘fa agli altri ciò che vuoi sia fatto a te’ sono buoni punti di riferimento e portano avanti la nave con tutto il suo equipaggio”. Marighelli ringrazia il suo predecessore, Desi Bruno, per aver ideato, iniziato e portato avanti per anni il progetto da cui nasce questo volume.

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17 Marzo 2023

Cordoglio per la scomparsa di Domenico Cella

"La scomparsa di Domenico Cella lascia un vuoto profondo nella società bolognese: coerente con le sue idee cristiano-democratiche, Cella, anche nel delicato ruolo di Presidente dell'Istituto De Gasperi di Bologna, ha saputo dare un forte contributo al dialogo e al pensiero bolognese. Ai suoi famigliari e quanti hanno avuto l'onore di conoscerlo e lavorare con lui vanno le mie più sentite condoglianze"

28 Febbraio 2023

Voglio ancora sperare....

26 febbraio 2023: gazebo PD. I due candidati hanno promesso e parlato di tante cose interessanti, ma hanno tralasciato di andare nel concreto su alcune di quelle fondamentali per la vita delle persone come la pace, la ricostruzione della pubblica istruzione formativa ed educativa, la sanità pubblica di qualità accessibile a tutti, quale tipo di lavoro e di previdenza.