27 Dicembre 2018
1 gennaio 2019, la marcia della pace a Bologna
A Bologna, il primo gennaio, il Comune, l'Assemblea legislativa, la Curia, l'Ucoii, l'Ateneo, ma anche donne e uomini, giovani e anziani, persone di origini, fedi e culture diverse, credenti e non credenti camminano insieme. E lo fanno per ripudiare la guerra, per il bene comune, per una citta' solidale e accogliente. E' la quarta edizione della Marcia della Pace, iniziativa nata sull'onda degli attentati terroristici del 2015 a Parigi e del conflitto siriano da un'idea della Comunita' Papa Giovanni XXIII.
L'appuntamento e' il primo gennaio alle 15.30 in piazza VIII Agosto per arrivare in piazza del Nettuno dove alle 16.30, parleranno Sara Manisera, giornalista freelance che abita a Beirut (e Premio archivio Disarmo "Colombe d'oro per la pace" 2019), Ettore Mazzanti, operatore di Medici Senza Frontiere Italia, Cinzia Guaita del Comitato Riconversione della Rwm di Iglesias, terza industria di armi del nostro paese, il sindaco Massimo Bosso di Casalecchio di Reno, che fa parte della Rete Europea Citta' Interculturali. La manifestazione e' patrocinata dall'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, dalla Citta' Metropolitana di Bologna, dal Comune di Bologna e dall'Universita' di Bologna. Un impegno che Simonetta Saliera, presidente dell'Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna, descrive cosi': "Dio non vuole odio tra i propri figli. La pace non e' solo assenza di guerra, e' un modo di vivere basato sul rispetto reciproco, sul riconoscere agli altri gli stessi diritti che vogliamo riconosciuti a noi stessi. In questi anni con la propria attivita' culturale e il proprio impegno l'Assemblea legislativa regionale dell'Emilia-Romagna sta lavorando per rafforzare la cultura della pace e del rispetto". Virginio Merola, sindaco di Bologna e Citta' metropolitana di Bologna, ribadisce che "mettersi in cammino per la pace e' un dovere civico. Un cammino concreto come ci dimostra la marcia a Bologna, che sta diventando ormai un appuntamento tradizionale, e un cammino fatto di scelte, gesti e decisioni che ognuno di noi e' chiamato a fare nella propria vita. Ripudiare la violenza e imparare il rispetto reciproco e' la base per attuare decisioni piu' importanti. Buona marcia a tutti". La Marcia, fin dal suo esordio, ha avuto il sostegno della chiesa, un appoggio ribadito da Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna: "Tradizionalmente il primo gennaio e' il giorno della Pace. È il modo con cui Paolo VI volle iniziare l'anno con l'impegno per la Pace. La Pace e' sempre da difendere, sempre da cercare, non e' mai definita una volta per tutte. Per questo camminare insieme con tanti ci aiuta a dire: 'Io voglio la pace, sto dalla parte della pace. Non mi dimentico chi soffre e scelgo di accogliere quel Dio di pace e di impegnarmi per la pace'". Accanto a lui c'e' Yassine Lafram, presidente dell'Ucoii che rinnova l'adesione alla Marcia "sempre piu' convinti dell'importanza di questo evento", che e' un "ritrovo cittadino fra le varie comunita' religiose e non, che vuole essere di buon auspicio per l'anno che verra', all'insegna, ci si augura, di un piu' forte dialogo e di una piu' profonda conoscenza reciproca". Questa manifestazione, aggiunge Lafram, "per noi vuole essere anche un monito per unirci contro tutte quelle forze che nel nostro Paese e in tutta Europa si prodigano per remare contro la pace fra i popoli. Le comunita' islamiche d'Italia si impegneranno anche nel 2019 nella costruzione di ponti di pace e di relazioni fraterne, sempre aperti ad un dialogo sincero con l'altro". A parlare per l'Universita' e' Gabriele Manella del Dipartimento di Sociologia e Diritto dell'Economia, che sottolinea come la Marcia "sia perfettamente coerente con la sua storia e gli obiettivi" dell'Ateneo. Dalla sua fondazione nel 1088, "e' stato un luogo privilegiato di incontro tra giovani, di riflessione e di confronto tra culture diverse, e lo e' ancora oggi con oltre 86.000 iscritti e oltre 3.000 studenti internazionali. Come ricorda Anna Rosa Rossi, portavoce della Rete "Bologna accoglie" che aderisce alla Marcia: "Bologna e' una citta' che e' stata storicamente simbolo della cultura dell'accoglienza. La rete nasce dalla volonta' di persone e associazioni fortemente preoccupate per la deriva che sta prendendo il nostro Paese, alimentata dalla compressione dei diritti, dal forte taglio allo stato sociale e dal fenomeno della precarizzazione, a partire da quella del lavoro, che aggrava la condizione sociale, economica ed esistenziale degli strati piu' deboli della societa'". Da qui la proposta di affermare "una politica dell'integrazione, attraverso scelte e risorse, e la creazione di luoghi dedicati, anche rispetto a quanto verra' fatto in materia urbanistica con particolare attenzione alle periferie, dove il disagio sociale e' piu' forte, non anteponendo gli interessi speculativi alla socialita' e alla valorizzazione della citta' pubblica".