18 Luglio 2019
Trentin e Papignani, due sindacalisti di razza
“Ciao Bruno. Voglio rivolgere un doloroso ed affettuoso pensiero al compagno Bruno Papignani, caro amico, sindacalista e grande contrattualista, scomparso da pochi giorni che ha aiutato con passione ed intelligenza in più occasioni la Regione a risolvere difficili vertenze”.
Simonetta Saliera, Presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna, ha ricordato così Bruno Papignani, indimenticabile segretario della Fiom-Cgil di Bologna e dell’Emilia-Romagna, scomparso alla fine della scorsa settimana. L’occasione per il ricordo pubblico da parte della Presidente del Parlamento regionale è stato il convegno “Bruno Trentin: il sindacato come soggetto politico” svoltosi oggi a Bologna e a cui la Presidente Saliera ha portato il saluto ufficiale della Regione alla presenza, tra gli altri, di Maurizio Landini, segretario generale nazionale della Cgil, Sergio Cofferati, già sindaco di Bologna ed ex leader della Cgil, al numero uno della Fiom Francesca Re David e di Maurizio Lunghi, segretario della Cgil di Bologna. Organizzato dalla Fondazione Claudio Sabattini e dalla Cgil di Bologna, il convegno è stata l’occasione per ricordare Bruno Trentin, segretario generale nazionale della Cgil dal 1988 al 1994 in anni complessi e difficili. “Parlare di Bruno Trentin – spiega Saliera – vuol dire parlare del pensiero e dell’azione politica di un grande sindacalista, di un intellettuale organico al movimento operaio e di un politico coerente con i propri ideali di libertà ed eguaglianza, maturati fin dalla partecipazione alla lotta partigiana. Senza retorica mi sento di poter affermare che Bruno Trentin è stato la stella polare del firmamento sindacale in tutti gli anni del suo impegno nel mondo del lavoro, in una ricerca ininterrotta sulla liberazione della persona e sulla sua capacità di autorealizzazione, introducendo nella società sempre più elementi di egualitarismo, come le pari opportunità, il welfare sociale, l’adeguamento dell’organizzazione del lavoro alle nuove necessità, la diffusione della conoscenza come strumento della libertà, superando con la giustizia le contraddizioni e i fallimenti del capitalismo e dell’economia globale, facendo delle persone il perno di ogni convivenza civile partendo dai rapporti in fabbrica”.