19 Novembre 2020
Appello per il Popolo Saharawi: impegnarsi per la pace e il diritto all'autodeterminazione
Per il Popolo Saharawi sono 29 anni di attesa e di speranze per raggiungere l’autodeterminazione così come era previsto dagli accordi sul cessate il fuoco. Anni in cui il Popolo Saharawi è sopravvissuto nei campi profughi del Sud algerino dell’Hammada e intanto hanno visto crescere un muro e i campi minati che li separavamo sempre più dalla loro terra del Sahara Occidentale occupata dal Marocco.
Ora, dopo l’ennesima provocazione, il Presidente della Repubblica Democratica Saharawi ha dichiarato l’interruzione del cessate il fuoco. La comunità internazionale dovrebbe comprendere che non si può pensare che un popolo possa vivere senza immaginare e operare per il proprio futuro nella propria terra. In tutti questi anni coloro che possono decidere sono stati richiamati ad agire perché il diritto di un popolo diventi realtà. Ora l’oggi rispecchia la totale disillusione che i decisori possono comprendere e allora si può anche morire per la libertà e per la difesa dei diritti umani dei tuoi fratelli che vivono nel Sahara occupato. Non sarebbe troppo tardi per un intervento che definisca i tempi dell’autodeterminazione. Occorre la volontà di far vincere il valore umano e di un popolo rispetto all’aridità di interessi economici. Il mio invito, insieme a quello di tanti altri, è quello all’Onu, all’Unione Africana, all’Unione Europea e ai singoli Paesi, compreso il nostro governo italiano, di prendere la posizione giusta con coerenza.